Welfare
loperatore di strada diventa professionista
In prima linea i volontari non bastano più. Ad accompagnare i senza dimora, gli emarginati, i tossicodipendenti, gli alcolisti... A cura di Silvia Gelmini
di Redazione
A ccompagnare i senza dimora, gli emarginati, i tossicodipendenti, gli alcolisti. Questo è il lavoro dell?operatore di strada, una figura che dal volontariato si sta sempre più spostando verso la professionalità. L?obiettivo: stabilire un contatto con persone che non accedono spontaneamente ai servizi del territorio.
Esistono due tipi di servizi di unità di strada: quello serale, più conosciuto, e quello diurno, un servizio innovativo. Gabriele Liaci, operatore di strada del settore Grave emarginazione in Caritas Ambrosiana, si occupa del nuovo servizio diurno per i senza dimora. «L?obiettivo», spiega Liaci, «è portare alle persone relazione, sostegno e accompagnamento. Ci proponiamo, inoltre, di fare da tramite con gli altri servizi del territorio». L?idea, infatti, è un sostegno a lungo termine, seguendo le persone in un cammino che possa condurre all?integrazione sociale. In questo tipo di lavoro, spiega ancora Gabriele Liaci, è molto importante la collaborazione in rete. «Il nostro è un intervento a servizio di tutti i servizi sul territorio: ad esempio, in questo momento stiamo collaborando con il Noa – Nucleo operativo alcolisti della Asl». Questo impiego permette, quindi, di avere a che fare con tante realtà diverse.
Per diventare operatori di strada è richiesta una formazione sociale: particolarmente indicata è la laurea in Scienze dell?Educazione. Attraverso questa laurea è possibile specializzarsi nell?educativa di strada e quindi diventare operatori. A Torino esiste anche l?Università della Strada, gestita dal Gruppo Abele, che organizza corsi ad hoc per chi effettua «lavoro di strada» con giovani o emarginati. Anche la Comunità di Capodarco, nella propria Scuola di formazione per operatori sociali di Roma, organizza corsi specifici.
Chi sceglie questa carriera può trovare lavoro in tutte le organizzazioni che prevedono progetti di educativa di strada con unità mobili, compresi gli enti pubblici come le Asl. Essendo una professionalità abbastanza nuova, le prospettive di occupazione sono ancora ridotte e in crescita. Collegando questo tipo di impiego ad altri progetti di educativa di strada è possibile arrivare a uno stipendio che si aggira sui 1.000 – 1.300 euro al mese. «A chi volesse avvicinarsi a questa professione dico che è un?esperienza molto stimolante, poiché permette una relazione con le persone, senza vincoli mentali se non il rispetto reciproco», conclude Liaci. «A volte può essere frustrante, perché le persone in difficoltà spesso rifiutano il nostro intervento. Bisogna sapersi accontentare anche di obiettivi minimi». Le caratteristiche personali utili per fare questo mestiere, dunque, sono calma, costanza e sensibilità. È necessaria anche una buona capacità di relazione ed empatia.
Info: www.gruppoabele.org – Università della strada, tel. 011.3841073 – www.capodarco.it – Scuola per operatori sociali, tel. 06.71289211
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